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Componente 4
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Descrizione o dichiarazione del componente nei confronti di questa impresa, un breve racconto narrativo di quello che ha fatto o che è successo nel periodo di sviluppo.

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Componente 2
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Componente 1
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Descrizione o dichiarazione del componente nei confronti di questa impresa, un breve racconto narrativo di quello che ha fatto o che è successo nel periodo di sviluppo.
HISTORY
La realizzazione del progetto A.N.D.R.E.A. ha richiesto un impegno notevole e un lavoro costante, non privo di difficoltà. Ogni fase del processo è stata caratterizzata da sfide significative, ma anche da successi che ci hanno permesso di progredire. Abbiamo dedicato un'enorme quantità di tempo e risorse allo studio, alla teoria e alla concreta applicazione pratica delle nostre idee. Questo lungo percorso è stato segnato da imprevisti che ci hanno posto di fronte a nuove sfide, ma anche da risultati che ci hanno dato la motivazione per continuare a perseguire i nostri obiettivi. Nella sezione che segue, vogliamo delineare i principali passaggi che ci hanno guidato nella realizzazione di questo progetto, frutto di un impegno e di una passione condivisi. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito, con il loro supporto e la loro dedizione, al successo di questa idea.
Time line
2017
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Gennaio: Iniziamo a riflettere sulla complessità delle malattie neurologiche e della medicina.
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Febbraio: Esploriamo le soluzioni attuali e ci interessiamo agli sviluppi dell'IoT e ai progetti DIY.
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Marzo: Iniziamo a immaginare un nostro progetto per migliorare le tecnologie esistenti.
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Aprile: Avviamo la ricerca consultando fonti accademiche e documentazioni di laboratori.
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Maggio: Teorizziamo il progetto SRSC e approfondiamo la neurostimolazione.
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Giugno: Iniziamo a sviluppare i primi concetti di design per il progetto SRSC.
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Luglio: Testiamo vari prototipi hardware per il progetto SRSC.
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Agosto: Progettiamo la versione 2 del SRSC, migliorando l'architettura hardware.
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Settembre: Ottimizziamo il dispositivo e testiamo nuovi circuiti per l'analisi.
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Ottobre: Iniziamo i test sui prototipi di neurostimolatori.
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Novembre: Riscontriamo progressi nell'accuratezza dell'EEG del SRSC.
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Dicembre: Raggiungiamo i primi successi con un EEG di media accuratezza.
Prima dell'idea, un'osservazione: ci rendiamo conto di come le malattie neurologiche, anche quelle non invasive, rappresentino un ostacolo significativo per chi ne è affetto. Questo ci porta a riflettere sulla complessità della diagnosi e del trattamento. Rimaniamo sorpresi dalla vastità del mondo delle neuroscienze e della medicina, un universo tanto affascinante quanto impegnativo da comprendere.
Spinti dalla curiosità, iniziamo a esplorare le soluzioni attuali, cercando di capire gli strumenti e le tecnologie impiegati nella ricerca e nella lotta contro queste patologie. Guardiamo con interesse agli sviluppi dell'IoT e a chi, nel proprio piccolo, porta avanti progetti DIY (fai-da-te) nel settore. Gradualmente, ci rendiamo conto dell'immensa complessità di tutto questo, ma l'idea di esplorarlo in prima persona si fa strada, trasformandosi quasi in una sfida personale.
Osserviamo i risultati esistenti, cercando di individuare cosa, a nostro avviso, possa essere migliorato o implementato. Iniziamo a immaginare qualcosa di quasi utopico: un futuro di benessere, di libertà dalle catene della malattia.
Nasce così il progetto SRSC, che ci spingerà a intraprendere un percorso di ricerca meticoloso: consultiamo fonti accademiche e non, approfondiamo documenti di laboratori di ricerca, leggiamo di progetti sviluppati da altri e ci avventuriamo nelle aree più remote del web. Per ora, questa rimane la nostra unica fonte di informazioni, ma il nostro obiettivo è chiaro: iniziare a comprendere, raccogliendo le tessere di un puzzle ancora tutto da disegnare.
2018
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Gennaio: Iniziamo la ricerca e gli scambi con medici ed esperti del settore, finanziando tutto di tasca nostra.
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Febbraio: Definiamo le prime idee e cominciamo a progettare i primi circuiti per il dispositivo.
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Marzo: Progettiamo elettroencefalografi modificati, base della tecnologia che ci accompagna ancora oggi.
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Aprile: Testiamo vari assemblaggi hardware per capire dove concentrare gli investimenti.
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Maggio: Continuano i test sui circuiti, cercando le soluzioni più promettenti per ottimizzazione e miniaturizzazione.
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Giugno: Creiamo il primo prototipo, l'SRSC, con elettroencefalografi integrati e connettività avanzata.
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Luglio: Ci accorgiamo che il prototipo non funziona e si autodistrugge a causa di dispersioni e sovraccarichi nei componenti.
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Agosto: Analizziamo i problemi e decidiamo di riprogettare l'SRSC.
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Settembre: Riprendiamo la progettazione dell'SRSC, riducendo i carichi e affidandoci a circuiti preconfezionati.
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Ottobre: Continuano i test sul nuovo design, concentrandoci sulle tecnologie di analisi e rilevamento.
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Novembre: Completiamo il prototipo V2 e miglioriamo la stabilità del dispositivo.
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Dicembre: Il RAIN riesce finalmente a eseguire un EEG con un'accuratezza media, segnando il primo successo.
Dopo circa un anno di ricerca e numerosi scambi con medici ed esperti del settore, finanziati interamente di tasca nostra, iniziavamo a immaginare qualcosa di nostro. Stavamo definendo con maggiore chiarezza ciò che volevamo realizzare e cominciammo a costruire i primi circuiti. La nostra avventura iniziò con la progettazione di elettroencefalografi, una tecnologia che, pur modificata radicalmente nel tempo, ci accompagna ancora oggi.
Testammo diversi assemblaggi hardware per capire dove concentrare gli investimenti e quali soluzioni risultassero più promettenti in termini di ottimizzazione e miniaturizzazione. Intorno a giugno 2018, creammo il primo prototipo, l'SRSC, un dispositivo delle dimensioni di 11 x 9 cm e spesso solo 90 mm (con case), concepito come una pietra miliare del nostro lavoro. Questo dispositivo integrava quattro elettroencefalografi a elettrodi comuni, era capace di eseguire un'elettroencefalografia completa da quegli stessi punti (Fp2, Cz e P3) e disponeva di sistemi di connettività avanzati e un'interfaccia grafica estremamente semplice per dispositivo mobile. L'obiettivo era ambizioso: rendere la diagnosi portatile e gettare le basi per il monitoraggio continuo delle persone affette da malattie neurologiche.
Per noi rappresentava una rivoluzione. Tuttavia, la realtà ci riservò un’amara sorpresa: il prototipo della prima versione dell'SRSC non solo non funzionava, ma risultò completamente autodistruttivo. Ci accorgemmo che i calcoli teorici non erano sufficienti: l’integrazione di così tanti componenti e amplificatori generava dispersioni e correnti vaganti, innocue per le persone, ma devastanti per il dispositivo. Questo provocava un sovraccarico dei componenti, che puntualmente si danneggiavano irreparabilmente. Delusi e amareggiati, decidemmo comunque di non arrenderci.
Verso settembre dello stesso anno, iniziammo a riprogettare l'SRSC, dando vita alla versione 2. Riducemmo i carichi e ci affidammo maggiormente a circuiti preconfezionati, per concentrare le nostre energie sulle tecnologie di analisi e rilevamento. Fu solo a dicembre che arrivò il primo successo: l'SRSC V2 riuscì finalmente a eseguire un EEG con un’accuratezza media.
Non avevamo ancora raggiunto i nostri obiettivi, ma quel risultato ci diede la fiducia necessaria per andare avanti, consapevoli di essere sulla strada giusta.
Dall'SRSC V2 gettammo le basi per il rimpicciolimento, progettando il RAIN, che avrebbe dovuto ridefinire l'asset tecnologico del nostro progetto.
2019
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Gennaio: Mettiamo da parte il rilevamento e cominciamo a riflettere su come poter aiutare concretamente le persone.
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Febbraio: Esploriamo le correlazioni tra segnali elettrici e risposta al dolore, studiando progetti innovativi nel campo delle stimolazioni.
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Marzo: Approfondiamo il potenziale delle tecnologie di neurostimolazione, tra cui feedback aptici e stimolazioni elettriche localizzate.
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Aprile: Iniziamo a teorizzare e sviluppare progetti di neurostimolatori, pur consapevoli di non poterli testare fisicamente, limitandoci a simulazioni.
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Maggio: Lavoriamo sugli adattamenti del RAIN per integrare il neurostimolatore, rivedendo gli assemblaggi hardware esistenti.
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Giugno: Proseguiamo le simulazioni e i test teorici, cercando soluzioni per integrare il neurostimolatore nel sistema.
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Luglio: Riflettiamo sulla gestione dei dati e sulle difficoltà di definire regole per le diverse condizioni da coprire.
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Agosto: Decidiamo di cercare soluzioni più versatili e intuitive per gestire i dati e gli imprevisti.
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Settembre: Iniziamo a progettare SCIBI, il progetto per l'integrazione dell'AI, per migliorare la gestione dei dati.
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Ottobre: Lancia il progetto SCIBI, segnando l'inizio del nostro percorso nell'intelligenza artificiale.
Mettiamo da parte per un momento l’aspetto del rilevamento e concentriamoci su un altro aspetto dell’idea RAIN: possiamo davvero aiutare le persone a stare meglio? La domanda potrebbe sembrare presuntuosa, ma nasce dal nostro desiderio di ridurre i disagi di chi, purtroppo, non ha avuto la stessa fortuna di molti altri.
Ci avviciniamo così al mondo delle stimolazioni, iniziando a esplorare le correlazioni tra segnali elettrici e la risposta al dolore. Studiamo numerosi progetti, tra cui uno in particolare che ci colpisce: un dispositivo IoT destinato a persone non vedenti e ipovedenti. Questo progetto combinava i tradizionali feedback aptici con stimolazioni elettriche localizzate, per indurre risposte spontanee nel corpo. Esploriamo anche l’uso di trasduttori tattili, applicazioni di neurostimolazione e, inaspettatamente, un progetto americano che affermava di riuscire a trasmettere suoni attraverso la lingua, utilizzando uno stimolatore elettrico posto sulla lingua. Sebbene non ci siamo mai addentrati troppo in questo campo, ci incuriosisce il potenziale di simili tecnologie.
Ad aprile, iniziamo a teorizzare e a sviluppare i primi progetti di neurostimolatori, pur essendo consapevoli che non avremmo avuto la possibilità di testarli direttamente. Decidiamo quindi di limitarci a simulazioni e test teorici. Nel frattempo, cominciamo a lavorare sugli adattamenti del RAIN per integrare il nuovo strumento: il neurostimolatore. Questa aggiunta comporta necessariamente una revisione degli assemblaggi hardware già esistenti, per garantire una corretta integrazione.
Continuando nella ricerca e nelle varie prove su diverse tecnologie, ci accorgiamo della quantità di dati che ci trovavamo a gestire e realizziamo che definire regole per ogni condizione che volevamo coprire non era semplice. Serviva qualcosa di versatile, intuitivo e che ci permettesse di iterare su più dati e gestire gli imprevisti. Ad ottobre 2020 inizia il progetto SCIBI per l'integrazione dell'AI, che avrebbe rappresentato l'inizio del percorso nell'intelligenza artificiale.
2020
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Gennaio: Iniziamo a esplorare l'intelligenza artificiale, sperimentando classificatori, regressori e manipolazione dati.
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Febbraio: Applichiamo LSTM e tecniche di generazione condizionata per test predittivi con risultati promettenti.
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Marzo: Interrompiamo gli esperimenti casuali e definiamo una strategia operativa per organizzare e classificare i dati raccolti.
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Aprile: Lavoriamo su sistemi capaci di adattarsi ai dati in modo dinamico e imparare dall'ambiente.
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Maggio: Conduciamo test per integrare modelli e classificare correttamente i parametri biologici e neurali.
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Giugno: Approfondiamo il problema delle risorse computazionali, esplorando piattaforme come Google Colab.
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Luglio: Riflettiamo sulla necessità di sistemi multimodali per ottimizzare il carico computazionale.
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Agosto: Avviamo la formulazione teorica e matematica per sviluppare la nostra tesi sui modelli multimodali.
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Settembre: Strutturiamo una teoria sui modelli multimodali per ridurre il carico esecutivo dei sistemi.
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Ottobre: Proseguiamo con la definizione teorica senza ancora passare alla fase pratica.
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Novembre: Continuiamo a sviluppare modelli e a verificare la fattibilità del progetto multimodale.
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Dicembre: Concludiamo l'anno con le basi teoriche per iniziare i test di integrazione AI e hardware l’anno successivo.
Il 2020 è stato un anno dedicato all'esplorazione dell'intelligenza artificiale, un campo nuovo e ricco di sfide. Abbiamo iniziato a sperimentare con classificatori, regressori, tagger e altre tecniche di manipolazione dei dati. Tra i nostri primi sviluppi figuravano sistemi LSTM e classificatori, accompagnati da applicazioni di generazione condizionata di dati, che ci hanno permesso di ottenere risultati interessanti nei test di predizione.
Attraverso il progetto SCIBI, però, ci siamo resi conto dei limiti imposti dalle risorse computazionali a nostra disposizione. Abbiamo tentato strade alternative, come l'uso di piattaforme come Google Colab, ma nessuna si è rivelata adeguata ai nostri requisiti. Intorno a marzo 2020, abbiamo deciso di abbandonare l’approccio disorganizzato e di dare una direzione chiara al nostro lavoro, definendo una strategia operativa.
Il problema principale che ci trovavamo ad affrontare riguardava l'elaborazione dei dati: organizzare e classificare in modo efficace i parametri raccolti—biologici, neurali e registrati—per identificarli rapidamente e garantire un adattamento personalizzato a ciascun caso. Puntavamo a creare un sistema capace di apprendere continuamente e adattarsi a nuovi dati, un obiettivo ambizioso ma essenziale per il nostro progetto.
Fino a febbraio 2021, ci siamo concentrati sulla costruzione di modelli preliminari. A settembre 2020, abbiamo iniziato a sviluppare una teoria sui modelli multimodali, esplorando come questi potessero ridurre il carico computazionale. In questa fase, ci siamo dedicati alla formulazione teorica e alla definizione di basi matematiche per supportare la nostra tesi, senza ancora passare alla fase pratica.
Sarà solo nel nuovo anno che inizieremo a condurre i primi test di integrazione tra intelligenza artificiale e hardware.
2021
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Aprile: Avvio dei test di integrazione per l’installazione di motori di Machine Learning e AI su Raspberry Pi.
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Maggio: Prosecuzione dei test, con ottimizzazioni per la processazione locale dei dati.
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Giugno: Avanzamento significativo nei test, con primi risultati incoraggianti.
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Luglio: A causa possibile di evento atmosferico verifichiamo la perdita parziale dei dati relativi al progetto.
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Agosto : Il progetto viene chiuso.
Ad aprile 2021, iniziamo i primi test di integrazione per installare motori di Machine Learning e AI su schede Raspberry Pi, con l’obiettivo di processare i dati localmente. Tuttavia, a luglio, un evento imprevisto compromette gravemente il nostro progetto: i computer connessi alla rete elettrica subiscono danni agli hard disk. Purtroppo, non avevamo ancora predisposto backup adeguati.
L’incidente rappresenta un duro colpo, soprattutto dal punto di vista emotivo. Quando analizziamo la documentazione residua, ci rendiamo conto che è insufficiente per riprendere il lavoro. Con amarezza, decidiamo di interrompere il progetto RAIN e di concludere questa fase del nostro percorso.
2022
- nessun lavoro svolto
2023
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Febbraio: Ripresa dei file superstiti e studio dei documenti tecnici e accademici per rilanciare il progetto.
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Marzo - Giugno: Sviluppo e ottimizzazione della processazione AI su schede portatili, con il cambio di strategia verso un sistema di hosting su dispositivi personali.
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Luglio - Ottobre: Proseguono i miglioramenti di A.N.D.R.E.A. AI, integrando reti neurali e pacchetti di elaborazione avanzati. Vengono eseguite alcune prototipazioni
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Novembre: Avvio della progettazione di A.N.D.R.E.A. Board, il dispositivo hardware che integra le esperienze precedenti.
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Dicembre: Consolidamento del software A.N.D.R.E.A. AI e risoluzione delle principali sfide hardware.
A febbraio, stimolati dall’esplosione delle AI generative e dall’accesso a nuove risorse, decidiamo di riprendere i file superstiti rimasti dal progetto precedente. Sebbene sconsolati per la scarsità del materiale recuperato, ci immergiamo nuovamente nei datasheet, nelle tesi di laurea e negli articoli universitari che avevano guidato il processo iniziale. Ripartiamo da dove avevamo interrotto, con la determinazione di costruire qualcosa di nuovo.
Fino a giugno ci concentriamo sul miglioramento della processazione AI su schede portatili. Riconosciuta però la complessità di questa implementazione, decidiamo di cambiare approccio, optando per un sistema basato sull’hosting tra dispositivi di proprietà dell’utente. Nasce così l’idea di A.N.D.R.E.A. AI, un software capace di integrare reti neurali open-source, come META, e di utilizzare pacchetti di elaborazione avanzati direttamente sulla macchina dell’utente.
A novembre avviamo la progettazione di A.N.D.R.E.A. Board, una piattaforma hardware che sintetizza l’esperienza acquisita con SRSC e RAIN, creando un dispositivo tecnologicamente avanzato e miniaturizzato. Mentre il software A.N.D.R.E.A. AI mostrava progressi soddisfacenti, l’hardware si rivelava una sfida impegnativa, soprattutto nella riduzione delle dimensioni e nella stabilità operativa. Tuttavia, ci concentriamo sull’obiettivo di creare una soluzione tecnologica robusta e versatile.
A.N.D.R.E.A. AI si dimostra una piattaforma accessibile e user-friendly, con potenzialità di integrazione ideali per le funzionalità previste su A.N.D.R.E.A. Board. Solo a gennaio 2024 iniziamo la progettazione del prototipo finale, ponendo le basi per il futuro del progetto.
2024
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Gennaio: Definizione del principio “Software makes the difference” e analisi delle implicazioni per il progetto.
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Febbraio: Approfondimento delle tecnologie disponibili per la gestione e l’integrazione software-hardware.
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Marzo: Revisione del design teorico di A.N.D.R.E.A., concentrandosi sull’interazione tra le componenti del sistema.
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Aprile: Avvio della documentazione tecnica per il prototipo, con dettagli su software e hardware.
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Maggio: Selezione delle componenti hardware e stesura delle specifiche per l’integrazione futura.
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Giugno: Simulazioni del comportamento del sistema in scenari teorici per convalidare il design.
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Luglio: Identificazione e risoluzione di eventuali problemi rilevati durante la revisione teorica e le simulazioni.
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Agosto: Ottimizzazione delle caratteristiche del software, con particolare attenzione all’efficienza e alla scalabilità.
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Settembre: Finalizzazione del design del prototipo, inclusa la stesura delle istruzioni di produzione.
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Ottobre: Produzione del prototipo di A.N.D.R.E.A., pronto per i primi test nel futuro immediato.
Nel 2024 definiamo il principio guida del nostro lavoro: “Software makes the difference.” Questo approccio segna un cambio di prospettiva fondamentale: A.N.D.R.E.A. non è più pensato come una serie di unità separate, ma come un sistema interconnesso in cui il software gioca un ruolo centrale, delegando gran parte della complessità e delle funzionalità principali.
Esploriamo nuove tecnologie, analizzando le soluzioni più adatte a concretizzare la nostra visione. Il nostro lavoro si concentra sulla progettazione e ottimizzazione di A.N.D.R.E.A., portando avanti simulazioni intensive e perfezionamenti. Dopo mesi di ricerca e sviluppo, arriviamo finalmente agli inizi di ottobre a un momento cruciale: il prototipo di A.N.D.R.E.A. entra ufficialmente in produzione.
Tuttavia, il prototipo di A.N.D.R.E.A. V2 presenta alcune criticità progettuali che emergono durante il processo di produzione. Nonostante i progressi, alcuni aspetti necessitano di una revisione attenta, in quanto alcune discrepanze nei dettagli hanno influito temporaneamente sulle performance del dispositivo. Questi problemi sono stati identificati e ora richiedono un ulteriore affinamento per garantire la stabilità e l’affidabilità del sistema.
MAIN WORK
FONTI E CITAZIONI (quelle recuperate)
Principi di Bioingegneria e Strumentazione Biomedica - focus sul "Il sistema nervoso" - Prof. Marcello Bracale
Monitoraggio dell'attività cerebrale tramite BCI - Gnamteu Sottang Fabrice - Relatore: Prof. Stefano Vassanelli, Università degli Studi di Padova - Ingegneria Biomedica
Analisi tempo-frequenza multivariata del segnale EEG durante la stimolazione magnetica transuranica - Alessandro Zamboni - Relatore: Ch.ma Prof.ssa Gianna Maria Toffolo, Correlatori: Dott.ssa Emanuela Formaggio e Dott.ssa Silvia Francesca Storti, Università degli studi di Padova - Bioingegneria
Gestione della non conformità su magnetoterapia - Michele Toldo - Relatore Prof. Enrico Grisan, Correlatore: Dott. Pierpaolo Lucchetta, Co.correlatore: Giovanni Battistin - Università degli studi di Padova - Bioingegneria
Gestione della non conformità su magnetoterapia - Michele Toldo - Relatore Prof. Enrico Grisan, Correlatore: Dott. Pierpaolo Lucchetta, Co.correlatore: Giovanni Battistin - Università degli studi di Padova - Bioingegneria
Gestione della non conformità su magnetoterapia - Michele Toldo - Relatore Prof. Enrico Grisan, Correlatore: Dott. Pierpaolo Lucchetta, Co.correlatore: Giovanni Battistin - Università degli studi di Padova - Bioingegneria
Reti complesse e analisi del segnale elettroencefalico - Alessandra Crobe - Coordinatore: Prof. Giacomo Cao, supervisore: Prof. Gavino Faa - Università degli studi di Cagliari, Ingegneria Biomedica